L’attuale contesto di mercato, caratterizzato da una rapida evoluzione tecnologica, vede l’ingresso delle cosiddette Big Tech in un settore tradizionalmente conservatore, quello assicurativo.

Le Big Tech rivestono un ruolo centrale nell’economia globale, tanto da essere annoverate tra le prime cento imprese con la capitalizzazione più alta al mondo. Alcune di queste appartengono strettamente al settore tecnologico, mentre altre sono inserite nei settori Consumer Discretionary e Communication Services, secondo la suddivisione di S&P 500.

Tra questi colossi spiccano le cosiddette Magnificent Seven, cioè le sette imprese statunitensi che hanno ricoperto nel 2023 le posizioni apicali nella classifica di S&P 500: Apple, Microsoft, Meta, Amazon, Alphabet, Nvidia e Tesla.

L’ingresso nel settore dei servizi finanziari da parte delle Big Tech, ancor prima che nel settore assicurativo, non è motivato soltanto da ragioni di maggior profittabilità, bensì dalla possibilità di integrare e rafforzare il proprio core business, aumentando la propria base di consumatori ed accrescendone la fidelizzazione.  Accanto alla motivazione principale, l’offerta di servizi finanziari da parte delle Big Tech è spinta dalla possibilità di accesso a nuove fonti di dati dei consumatori. Tale scelta conduce inoltre ad una diversificazione del business tecnologico principale di queste aziende, a supporto di una maggior inclusione finanziaria per diversi target di consumatori.

L’ingresso nel settore assicurativo, nonostante i potenziali maggiori vincoli rispetto al più ampio settore dei servizi finanziari, rappresenta per le Big Tech una grande opportunità, grazie alla continua trasformazione della catena del valore, a partire dallo sviluppo dei prodotti, fino alla sottoscrizione, alla distribuzione e ai servizi post–vendita. Facendo leva sulle loro capacità tecnologiche, le Big Tech possono permeare e completare il processo di digitalizzazione della catena del valore già in corso nel settore assicurativo.

A tal proposito, McKinsey ha stimato che tra il 2030 e il 2040, dal 10 al 55% dei processi assicurativi saranno automatizzati, grazie all’introduzione dell’Intelligenza Artificiale.

Ciò che rende competitive l’ingresso delle Big Tech nel settore assicurativo è la capacità di padroneggiare le nuove tecnologie in modo più consistente e rapido rispetto alle compagnie assicurative tradizionali. Prima tra queste tecnologie è l’Intelligenza Artificiale, diventata un punto fermo nel mondo del business e causa di numerose speculazioni, preoccupazioni ed investimenti.

Il futuro del settore assicurativo sarà plasmato dall’equilibrio tra la concorrenza tra le Big Tech e le compagnie assicurative tradizionali, nonché dalla possibilità di collaborazioni sinergiche. Mentre la concorrenza potrebbe spingere all’innovazione e all’ottimizzazione dei servizi, la collaborazione potrebbe portare a partnership strategiche che combinano la forza finanziaria e l’esperienza assicurativa con le competenze tecnologiche avanzate. In questo scenario dinamico, l’industria assicurativa è chiamata a navigare con cautela e ad abbracciare le opportunità offerte dalla trasformazione digitale, bilanciando il progresso tecnologico con la tutela degli interessi dei consumatori e il rispetto delle normative vigenti.

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