Nell’ambito della gestione del rischio, nella pianificazione finanziaria e ogniqualvolta sia necessaria la scelta di un tasso di interesse, si parla spesso di valutazioni “Real World”, “Risk Neutral” o “Market Consistent”, affiancati spesso a scenari “stocastici” e “deterministici”: dal momento che la regolamentazione dell’industria assicurativa si evolve continuamente, è importante padroneggiare queste nozioni basilari per poter poi applicare il metodo più adeguato.

Il presente documento fornisce una definizione sintetica di questi termini ed un’analisi sul come e quando sia preferibile utilizzare una metodologia piuttosto che l’altra: si vedrà come a seconda della finalità di utilizzo risulti maggiormente appropriata una vista Real World piuttosto che una Risk Neutral. L’avvento di IFRS 17 ha riaperto il dibattito sulla prevalenza di una metodologia rispetto all’altra. L’obiettivo del presente documento è di offrire uno spunto di riflessione a riguardo.

In ambito di valutazione di strumenti finanziari, si considera Risk Neutral una valutazione nella quale tutti gli strumenti rendono (e possono essere attualizzati) ad un tasso risk-free, come ad esempio nel caso dei derivati e della formula di Black e Scholes.

Le valutazioni Risk Neutral si adattano bene nelle valutazioni dei derivati; tuttavia, non sono altrettanto adatte nello stimare i prezzi di strumenti come le azioni, in quanto, specialmente per queste ultime, si attende che il loro prezzo cresca mediamente di più della risk-free (a maggior rischio, si cerca maggior rendimento).

I tassi Risk Neutral possono essere accettabili per il pricing di strumenti, ma non sono adeguati alle previsioni il valore futuro di un asset: la probabilità che un determinato intervallo di prezzi si realizzi nel tempo dev’essere calcolato considerando probabilità che tengano in considerazione un premio per il rischio, le cosiddette probabilità Real World.

La prassi operativa ha consolidato nel tempo l’utilizzo di una metodologia piuttosto che di un’altra. Tuttavia, con l’avvento di IFRS 17, è sopraggiunta la necessità di misurare il valore dei contratti assicurativi, riaprendo un dibattito sulla bontà di un metodo rispetto all’altro.

Il documento conclude che non esiste un approccio migliore di un altro, ma solo differenti ambiti in ciascuno dei quali un approccio più essere più adatto dell’altro.